Conferenza del Corriere della Sera “Raccontare la storia: M e la nascita di una dittatura”

Il racconto della storia contemporanea. Antonio Scurati racconta come nasce il suo libro “M”

Premessa

Un'altra tappa del nostro progetto di educazione civica è stata la partecipazione ad un’altra giornata dell’evento organizzato dal Corriere della Sera “Insieme per capire”.

La conferenza era incentrata su un argomento più storico ma con relazioni con il presente.

“Raccontare la storia: M e la nascita di una dittatura” è il titolo del convegno a cui abbiamo partecipato l’8 febbraio scorso, in questo post farò un resoconto della mattinata.

Lo scrittore e la sua formazione

Antonio Scurati, classe 1969, col suo libro “M. Il figlio del secolo”, è stato il protagonista della mattinata. Premiato scrittore, docente di letterature comparate e di creative writing all’Università ILUM ed editorialista per il Corriere, Scurati si laurea in filosofia all’Università degli studi di Milano, prosegue poi i suoi studi all’Ecole des hautes études en scences sociales (EHESS) di Parigi e infine completa il suo percorso svolgendo un dottorato all’Università degli studi di Bergamo.

Nel 2018 pubblica “M. Il figlio del secolo”, primo volume di una trilogia su Benito Mussolini e sul fascismo, resta in vetta alle classifiche per due anni consecutivi e vincitore del Premio Strega 2019.

La genesi della trilogia “M” 

Uno degli “ultimi ragazzi del secolo scorso” come li definisce Alessandro Bertante, ragazzi che alla fine del secolo passato hanno ricevuto un’educazione politica ed intellettuale fortemente incentrata sulle idee dell’antifascismo, infatti così si identifica Scurati, come un antifascista.

Fin da ragazzo è stato affascinato da questo movimento, donne e uomini che sono arrivati anche a sacrificare la propria vita per i loro ideali, da sempre il suo sogno è stato proprio scrivere un libro su di loro, sogno che si realizza più avanti nella sua vita quando scrive “il tempo migliore della nostra vita”, ma proprio mentre sta ricercando informazioni per continuare il suo libro e sta guardando vecchi filmati dell’Istituto Luce, che ritraggono Mussolini intento in un discorso alla popolazione radunata in piazza Venezia, ha la sua illuminazione. 

Pur esistendo già un'enorme bibliografia sulla storia di Mussolini, Scurati decide di scriverne comunque un libro, ma non un manuale di storia o un saggio, lui scrive un romanzo.

È sempre mancato il racconto di queste tematiche sotto forma di romanzo, che potesse coinvolgere il lettore senza però trasformare Mussolini in un eroe tragico e quindi far empatizzare il lettore con i personaggi presenti nel libro, per questo Scurati scrive il suo romanzo solo dopo una dettagliatissima documentazione.

“Il romanzo è la forma letteraria più democratica che esista”, afferma Scurati, permette a tutti di capirlo, non c’è bisogno di leggere altri libri prima, lo scrittore con le sue parole ti offre tutte le informazioni necessarie a capire la vicenda, una forma di conoscenza che si basa sul coinvolgimento appassionato del lettore, in grado di immergerlo nel corso degli accadimenti come se fosse lui stesso a viverli.


Come nasce una dittatura

Contadini, abituati a vivere nel loro lenzuolo di terra, nella loro casa, sarebbero nati, cresciuti e morti lì se non fossero stati catapultati da un momento all’altro nelle frontiere. Perché erano proprio i contadini la maggior parte delle persone che formarono l’esercito, persone semplici colpite dall’orrore della guerra, mandati a chilometri e chilometri lontani da casa, dentro a uniformi e trincee, costretti a relazionarsi con persone provenienti da tutta l’Italia che sicuramente parlavano lingue diverse dalle loro. Milioni di uomini resi protagonisti della storia, o più che altro vittime, ma comunque partecipi di qualcosa che li cambiò. Non sarebbero più ritornati a condurre piccole esistenze unitarie e anonime, volevano quello che gli era stato promesso lavoro, terra, una vita migliore ma che poi non avevano ottenuto.

Su questo fece leva Mussolini sul risentimento del popolo e della paura, la paura che da anni li accompagnava, paura della morte per i soldati, paura per il futuro, paura di perdere le poche ricchezze che aveva la piccola borghesia e i grandi capitali la borghesia più grande. Giocò tutto sulla paura e vinse, non in maniera semplice e senza intoppi, ci fu un conflitto violento tra il 1919-‘20-‘21, due grandi movimenti di masse si scontrarono: quello Socialista, che puntava sul principio speranza e sul domani migliore, e quello che era riuscito a sedurre Mussolini, tra i due prevalse il fascismo perché era formato e costruito su esperti di violenza e terrore.

Le fonti che ho usato per scrivere questo post

Per la realizzazione del post ho utilizzato principalmente i miei appunti e ho fatto i vari approfondimenti dopo aver rivisto una seconda volta la conferenza sul sito della Fondazione del Corriere della Sera:

Conclusioni

Sono rimasto affascinato dalla passione dello scrittore nella ricerca e nella documentazione che ha effettuato per scrivere il suo libro e dalla sua enorme cultura personale, dal modo in cui parlava in cui spiegava uno degli orrori del ‘900 a dei giovani in maniera così intuitiva, senza troppi giri di parole e diretta.

Questa giornata ha offerto sicuramente ottimi spunti del nostro passato su cui riflettere e soffermarci.


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